Francesco: Il Papa Pop Star

Bergoglio dall’Argentina, ormai noto a tutti come Papa Francesco, è un uomo che è arrivato in Europa al Soglio Pontificio in punta di piedi, ma che ora tiene su di sé tutti i palcoscenici possibili ed immaginabili. Francesco è un gesuita, che ha vissuto per anni nelle zone degradate dell’Argentina più povera, che ha vissuto su di sé l’esperienza del degrado, della difficoltà, della disperazione. Forse è proprio questo che all’inizio ha fatto sperare il grande pubblico in un Papa diverso. Le aspettative, in larga maggioranza, sono state rispettate. L’aver ritrovato la sobrietà, il basso profilo, la “povertà” della prima cristianità è piaciuta, non è un caso infatti il nome scelto. Questo contorno d’immagine si unisce, però, ad una visione ben più ampia. Sebbene argentino, la sua formazione è stata europea, con letture dei grandi classici del Vecchio Continente e l’esperienza di vita della nonna, italiana, più precisamente piemontese. Portatore del cosiddetto “Sguardo di Magellano”, ossia la lettura dell’Europa con occhi periferici e fermo sostenitore della necessità di una nuova civilizzazione ai valori umani sulla popolazione del Vecchio Continente, si è imposto con la sua semplicità. I viaggi ed il percorso designato non sono casuali, Francesco ha sempre visitato le periferie del mondo, laddove si annida il disagio e la frustrazione. Si è presentato dinanzi all’Unione con un discorso forte, esattamente come fa ogni domenica nel suo Angelus. Ma perché Francesco è una Pop Star? E’ amatissimo e seguito su vasta scala da milioni di fedeli, ovunque egli si rechi è previsto un bagno di folla che, puntualmente, ha luogo. Nei giorni nostri il Papa l’amore dei fedeli deve conquistarlo. L’antica sottomissione e rispetto che hanno sempre contraddistinto il rapporto tra i fedeli ed il Vescovo di Roma, con la secolarizzazione viene sempre meno. In questo senso lui è una Pop Star. Ha conquistato il palcoscenico, lo ha strappato con la forza, una forza spirituale che attrae anche i non credenti. Il suo linguaggio semplice e pacato, mai banale ed a volte molto forte, arricchito da termini talvolta crudi e diretti, come ad esempio “meschino”, costituiscono il fattore decisivo della sua vittoria. Come un padre con i figli, dispensa amore e schiaffi morali, educa i suoi fedeli con pacatezza, ma allo stesso tempo rigidità. Quante volte ascoltando le sue parole ci siamo fermati a riflettere sui nostri errori, sui nostri atteggiamenti sbagliati? Riesce a toccare ognuno di noi, ci tocca nel profondo, ci apre come un libro, sa leggere la natura umana e porre l’uomo dinanzi ad essa. E’ un grandissimo comunicatore, oltre che una mente brillante, che ha saputo capire il momento di crisi della Cristianità, lanciando una nuova lettura. Al di là delle scissioni interne, ha rilanciato il concetto di unità cristiana tra le varie confessioni, non tentando di imporsi e salvaguardare il suo ruolo, ma innalzare il popolo cristiano a famiglia unica ed inscindibile. Forza, pacatezza, autorevolezza, semplicità. Sono quattro gli ingredienti vincenti, che gli consentono di parlare tanto al popolo di fedeli quanto ai potenti del mondo, senza timori reverenziali, con la forza di chi sa di aver sperimentato la vera fame e la vera disperazione. L’ingrediente ultimo, e non per importanza, che ha fatto di lui un vero “cult” è proprio l’aver sdoganato il concetto di teologia come qualcosa di distante, come materia di pochi ed averla resa “popolare”. Se cogliere l’essenza dei misteri del Cristianesimo, fino a non molto fa, era compito di pochi esperti, Francesco invita tutti ad immergervisi senza paura, né timori. Nell’Udienza del 10 Maggio, in Piazza S. Pietro, il Papa ha discusso del ruolo della Madonna, all’interno dei Vangeli. Senza voler entrare nel dettaglio, salta subito all’occhio come sia arduo trattare un argomento simile, su cui si è speculato per secoli, in poco più di mezz’ora. Eppure gli è bastato quel tempo per far aprire gli occhi ai presenti, pochi ed importanti stimoli che hanno colpito i punti giusti. E’ una Pop Star. Come i cantanti con note e parole coinvolgono il proprio pubblico, Francesco lo fa, egualmente, con la sua pacatezza parlando di religione. E pensare che, come ha riempito San Siro lui, in molti non sono riusciti.
MAURIZIO TROIANO
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